giovedì 13 febbraio 2014

I SERIAL KILLER PIU SPIETATI DEL MONDO


Origini e significato tecnico del termine

L'espressione "serial killer" (traducibile in italiano come "assassino seriale") venne usata a partire dagli anni settanta del Novecento, decennio in cui giunsero sotto i riflettori della cronaca, negli Stati Uniti, i primi casi eclatanti: Ted BundyDavid BerkowitzDean Corll e Juan Vallejo Corona. Tale definizione, usata la prima volta dal profiler Robert Ressler, aveva principalmente lo scopo di distinguere il comportamento di chi uccide ripetutamente nel tempo con pause di raffreddamento, dagli omicidi plurimi che si rendono colpevoli di stragi, ossia gli spree killer (si vedano ad esempio il massacro al Virginia Polytechnic Institute, il disastro della Bath School e la Strage di Utøya). Tecnicamente si considera "serial killer" chi compie due o più omicidi distribuiti in un arco relativamente lungo di tempo, intervallati da periodi di "raffreddamento" durante i quali il serial killer conduce una vita sostanzialmente normale.

Caratteristiche degli assassini seriali

Gli assassini seriali sono per il 90% di sesso maschile. Fra le serial killer più celebri si possono ricordare Aileen Wuornos, Waltraud Wagner, Erzsébet Báthory, Leonarda Cianciulli, Vera Renczi, Amelia Dyer, Belle Gunness, Mary Cotton e le sorelle Delfina & María de Jesús González. Molte assassine seriali sono considerate delle vedove nere uccidono cioè prevalentemente per ragioni economiche o di guadagno[1], e preferiscono avvelenare o strangolare le loro vittime, mentre per i killer maschi l'omicidio comprende un grande coinvolgimento fisico, e ciò include quindi armi bianche, armi da fuoco, o comunque qualsiasi oggetto che possa essere utilizzato come arma.
Le motivazioni psicologiche dei serial killer possono essere estremamente diverse, ma in buona parte dei casi sono legate a pulsioni verso l'esercizio del potere o a pulsioni sessuali, soprattutto con connotazioni sadiche. La psicologia del serial killer è spesso caratterizzata da una sensazione di inadeguatezza e da un basso livello di autostima, legati talvolta a traumi infantili (umiliazioni, abusi sessuali) o a una condizione socio-economica particolarmente deprimente. Il crimine costituisce in questi casi una fonte di compensazione, dalla quale trarre una sensazione di potenza, di riscatto sociale. Queste sensazioni possono derivare sia dall'atto omicida in sé che dalla convinzione di poter superare in astuzia la polizia. L'incapacità di provare empatia con la sofferenza delle proprie vittime, altra caratteristica comune ai serial killer, è frequentemente descritta con aggettivi come psicopatica o sociopatica. Associata al sadismo e al desiderio di potere, essa può condurre alla tortura delle proprie vittime, o a tecniche di uccisione che coinvolgono un supplizio prolungato nel tempo della vittima.
Data la natura morbosa, psicopatica e sociopatica della condotta criminale del serial killer, nella maggior parte dei processi l'avvocato difensore invoca l'infermità mentale. Questa linea di difesa fallisce però quasi sistematicamente nei sistemi giudiziari come quello degli Stati Uniti, in cui l'infermità mentale è definita come l'incapacità di distinguere bene e male nel momento in cui l'atto criminale si è consumato. I crimini dei serial killer sono quasi sempre premeditati e il killer stesso trova non raramente la propria motivazione nella consapevolezza del loro significato morale.

Psicologia e sviluppo

Molti serial killer hanno delle disfunzioni di fondo. Frequentemente sono stati maltrattati da bambini sia fisicamente, sia psicologicamente, sia sessualmente anche se ci sono dei casi documentati determinatisi in assenza di abusi di qualunque tipo. Da questo potrebbe derivare una vicina relazione tra gli abusi subiti durante l'infanzia e i loro crimini. Per esempio John Wayne Gacy veniva spesso malmenato dal padre, deriso come "femminella" e insultato; da adulto, Gacy avrebbe stuprato e torturato 33 ragazzi accusandoli di essere "finocchi" e "femminelle", ed anche Albert Fishall'età di cinque anni veniva preso a frustate nell'orfanotrofio; da qui sviluppò le sue parafilie. Gacy era sposato con una donna ed identificato come eterosessual
criminologi e istituzioni come l'FBI identificano diversi tipi di serial killer. In generale, i serial killer sono classificabili in due grandi categorie: organizzati edisorganizzati. Un'altra classificazione in parte indipendente riguarda invece le motivazioni specifiche del killer.

Tipi organizzati e disorganizzati

  • tipi organizzati sono killer lucidi, spesso molto intelligenti, metodici nella pianificazione dei crimini. Mantengono un alto livello di controllo sull'andamento del delitto; non raramente hanno conoscenze specifiche sui metodi della polizia, che applicano allo scopo di occultare scientificamente le prove. Seguono con attenzione l'andamento delle indagini attraverso i mass media e concepiscono i loro omicidi come progetti di alto livello. Spesso questo tipo di killer ha una vita sociale ordinaria, amici, amanti, o addirittura una famiglia.
  • tipi disorganizzati agiscono impulsivamente, spesso uccidendo quando se ne verifica l'occasione, senza una reale pianificazione. Spesso hanno un basso livello culturale e un quoziente d'intelligenza non eccelso; non sono metodici, non occultano le tracce (sebbene siano talvolta in grado di sfuggire alle indagini per qualche tempo, principalmente spostandosi velocemente e grazie alla natura intrinsecamente "disordinata" del loro comportamento su lunghi archi di tempo). Questo genere di killer in genere ha una vita sociale e affettiva estremamente carente e a volte qualche forma di disturbo mentale.
Tale classificazione si riflette sulla scena del crimine attraverso indicatori, più o meno significativi, che possono aiutare gli investigatori a tracciare un primo profilo del responsabile. In particolare il livello di organizzazione si potrà evincere dalla presenza o meno sulla scena del delitto dell'arma utilizzata, dalla tipologia di quest'ultima, dalla verifica della corrispondenza tra luogo dell'uccisione e luogo del ritrovamento, dalla presenza di tracce o altri elementi utili all'individuazione del responsabile. Nello specifico possiamo dire come un tipo organizzato tende a portare sul luogo del delitto l'arma o le armi che utilizzerà per commetterlo, così come provvederà a portarle via, una volta completato il suo disegno criminoso. Un tipo disorganizzato, viceversa, tenderà ad utilizzare oggetti trovati sul luogo del delitto e, a volte, potrà lasciarli sul posto all'atto della fuga. La presenza di tracce quali impronte latenti sulla scena rivela una disorganizzazione tipica del secondo tipo mentre ben difficilmente troveremo elementi utili qualora il responsabile appartenga alla prima categoria. Va detto che questi, come altri indicatori, entrano a far parte di un profilo criminologico dell'autore che, lungi dall'essere prova certa ed inconfutabile, può comunque costituire un valido aiuto nella ricerca del responsabile. Un esempio di serial killer disorganizzato è Richard Trenton Chase.

Tipi di motivazioni

Gli assassini seriali possono essere anche classificati in differenti categorie in base alle motivazioni che li spingono a uccidere, cioè al "movente" dei delitti.

Visionari/allucinati

Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, non è frequente che i serial killer abbiano disturbi mentali importanti, per esempio schizofrenia. In qualche raro caso, tuttavia, un serial killer può corrispondere a questo stereotipo e letteralmente uccidere "seguendo le istruzioni di voci nella sua testa" o come conseguenza di esperienze di tipo allucinatorioHerbert Mullin massacrò tredici persone perché una voce gli diceva che questo sacrificio avrebbe salvato la California dal terremotoEd Gein pensava di poter preservare l'anima di sua madre mangiando il corpo di donne che le assomigliavano fisicamente.

Missionari, omicidi rituali e Muti Murders

Alcuni serial killer concepiscono i loro omicidi come una missione. Per esempio, lo scopo di un serial killer "in missione" può essere quello di "ripulire la società" da una certa categoria (spessoprostitute, come per i casi di Saeed HanaeiBenjamin Atkins e Gary Ridgway, o membri di determinati gruppi etnici, come Elias Xitavhudzi). Spesso sono dei fanatici religiosi (come Earle Nelsone il satanista Richard Ramirez) o politici, e lasciano dei messaggi per rivendicare e motivare le proprie azioni (come Jack lo SquartatoreDavid BerkowitzAlbert FishZodiaco o la coppia italiana nota come Ludwig).
La saponificatrice di CorreggioLeonarda Cianciulli.
In altri casi pensano di ricevere dei poteri magici dalle uccisioni (come talvolta è successo in Indonesia; il caso più noto è quello di Ahmad Suradji). In un altro caso noto dell'inizio Novecento, una fattucchiera di nome Enriqueta Martí rapì e uccise almeno 10 bambini a Barcellona per bollirli e ricavarci delle pozioni magiche che vendeva a personaggi di spicco; arrestata, fu uccisa in carcere. Infine Leonarda Cianciulli nel 1940 uccise tre donne aCorreggio e ne trasformò i cadaveri in saponette e biscotti (che lei stessa mangiò) perché pensava che il loro sacrificio le salvasse i figli. Gilles de Raisnel Quattrocento torturò, stuprò e uccise almeno 140 bambini perché pensava che il loro sacrificio avrebbe liberato il suo castello da una maledizione.Thug Behram tra il 1790 e il 1830 circa strangolò almeno 125 persone con il lembo del suo mantello. Sacrificò le vittime alla dea Kali; inoltre Behram era il capo dei Thug, una setta esoterica che potrebbe avere commesso fino a 2.000.000 di morti. Sachiko Eto, una donna giapponese arrestata nel 1995, uccise a bastonate 6 membri di una sua setta esoterica per "esorcizzarli". Tipu Sahib (1751-1799), il sultano di Mysare (India), si credeva il servitore scelto da Maometto che avrebbe dovuto punire gli "infedeli": allora si mise a sodomizzare ogni europeo che incontrava, forse perché li odiava. In particolare si accanì sui bambini: li castrava, stuprava sotto un pesante effetto di droghe, bruciava su un rogo o defenestrava.
Più in generale, in alcune zone dell'Africa, del Messico e di Haiti esistono dei riti (Palo Mayombe, JuJu, Jambola, Las Matanzas, Voodoo ecc.) in cui si praticano dei sacrifici umani[senza fonte]; spesso vengono sacrificati dei bambini.[senza fonte] Queste uccisioni hanno lo scopo di "portare fortuna" alla persona che ha fatto la richiesta. Questi omicidi sono detti "Muti Murders", o "Omicidi per Guarigione". Adolfo Constanzo e Sara Aldrete uccisero a Matamoros tra le 38 e le 60 persone ispirandosi a questi riti; il loro obbiettivo era quello di proteggere i narcotrafficanti. Costanzo inoltre era in possesso di una collana di vertebre umane. In Sudafrica Moses Mokgethi uccise sei bambini e li squartò; vendette il loro cuore, fegato e genitali ad un affarista per "migliorare la sua fortuna". Ad Haiti in alcuni rituali si fa cadere in un coma molto profondo una persona con una sostanza speciale; dopo alcuni giorni il sacerdote la fa risvegliare con l'antidoto apposito. In alcuni casi il Muti Murderer non la risveglia, ottenendo così la sua morte.[3]
I casi di omicidio rituale-propiziatorio si fanno risalire alla preistoria e al mondo antico. Un caso molto noto è quello degli Aztechi, un popolo precolombiano sterminato nel Cinquecento dai Conquistadores: il sacerdote disponeva la vittima ancora viva su un altare collocato in cima ad un alto tempio, con un coltello di pietra le strappava il cuore e lo offriva al Dio del sole,Huitzilopochtli. Peraltro i culti del Messico sono ispirati a quello azteco.[3]

Edonistici

Questo tipo di serial killer uccide con lo scopo di provare piacere. Alcuni amano la "caccia" più che l'omicidio in sé; altri torturano o violentano le loro vittime mossi da sadismo. Altri ancora uccidono le vittime velocemente per indulgere in altre forme di attività come la necrofilia o il cannibalismo. Il piacere per questi serial killer è spesso di natura sessuale, o ha un analogo andamento e un'analoga intensità pur non essendo riconducibile ad alcun atto esplicitamente sessuale (David Berkowitz, per esempio, provava un piacere sconvolgente nello sparare a coppie appartate, ma non si avvicinava neppure alle vittime).

Dominatori[modifica | modifica sorgente]

È il tipo più comune di serial killer. Il principale scopo dell'assassino in questo caso è quello di esercitare potere sulle proprie vittime, in tal caso contribuendo al rafforzamento della propria stima di sé (della propria forza fisica e morale). Questo tipo di comportamento è spesso inteso (inconsciamente o consciamente) come compensazione di abusi subiti dal killer nell'infanzia o nella vita adulta. Molti killer che violentano le proprie vittime non ricadono nella categoria "edonistica" perché il piacere che provano da questa violenza è secondario (se non addirittura assente); la violenza stessa riproduce, fedelmente o simbolicamente, una violenza subita in passato. Ted Bundy rappresenta il prototipo ideale di questa categoria di serial killer.

Angeli della morte

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi Angelo della morte (serial killer).
Detti anche angeli della misericordia, sono i serial killer che agiscono in ambito medico. La denominazione deriva dal soprannome dato al medico nazista Josef Mengele, famoso per la sua freddezza e per il pieno potere che aveva riguardo alla vita e alla morte dei prigionieri. Gli angeli della morte commettono i loro omicidi iniettando sostanze letali ai pazienti di cui si prendono cura e, anche se dichiarano di agire convinti di liberare le loro vittime dalle sofferenze, in realtà sono mossi dal desiderio di decidere della vita e della morte altrui, come prova il fatto che buona parte delle loro vittime siano in condizioni di salute non gravi al momento dell'omicidio. Le vittime variano in base al compito che svolgono, ma spesso sono neonati, bambini, anziani o invalidi. A volte questi criminali non uccidono i loro pazienti, ma li mettono deliberatamente in pericolo per poi salvarli e guadagnare l'ammirazione dei colleghi. Casi famosi sono quelli di Sonia Caleffi, di Stephan Letter o dell'inglese Harold Shipman, uno dei serial killer più efferati della storia. Le sostanze più utilizzate sono dei medicinali pericolosi, facilmente giustificabili nel caso di un'autopsia, qualimorfinaatropina o pentothal. La Caleffi, invece, iniettava aria nelle vene dei suoi pazienti per provocare delle embolie sulle quali sperava di intervenire, ma che in almeno quattro o cinque casi risultarono letali.

Motivati dal guadagno

La maggior parte degli assassini che agiscono per ottenere dei vantaggi materiali (per esempio a scopo di rapina) non sono in genere classificati come serial killer. Tuttavia, esistono casi limite che sono considerati tali. Marcel Petiot, per esempio, era un serial killer che agiva in Francia durante l'occupazione nazista; fingeva di appartenere alla resistenza e attirava ebrei benestanti a casa propria, asserendo di poterli aiutare a fuggire dal paese, per poi ucciderli e derubarli. Nei suoi 63 omicidi, Petiot ottenne solo qualche decina di borse, vestiti e qualche gioiello. La sproporzione fra il numero di vittime e il bottino materiale che Petiot ne ricavò fanno supporre un substrato morboso di altro genere.

Vedove nere

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi Vedova nera 
La maggior parte dei serial killer donne rientra in questa categoria. Le vedove nere agiscono in modo simile al ragno che ha ispirato la loro denominazione: sposano uomini ricchi e, dopo essersi appropriate delle loro proprietà, li uccidono, solitamente avvelenandoli o simulando degli incidenti domestici. A volte uccidono anche i loro figli, dopo aver stipulato delle assicurazioni sulle loro vite. Casi celebri sono quelli di Mary Ann Cotton e di Belle Gunness, mentre si segnala come uniche varianti maschili il francese Henri Landru e il tedesco Johann Otto Hoch.

Altre motivazioni

Albert Fish ebbe diverse pulsioni parafiliche, tra cui pedofilia, cannibalismo, vampirismo, castrazione e coprofagia
Ci sono però numerosi casi di assassini seriali che presentano caratteristiche proprie di più di una di queste categorie, e che possono quindi venire assegnati contemporaneamente all'una e all'altra: per esempio, Albert Fish soffrì di disturbi mentali con deliri di tipo paranoide già prima di commettere il primo omicidio, pare che torturasse e uccidesse le sue vittime con l'intento di "purificare se stesso e gli altri tramite la sofferenza", e in ultimo si eccitava sessualmente e provava piacere nell'atto dell'omicidio. Quindi si potrebbe assegnarlo indifferentemente alla categoria degli assassini seriali "visionari" a quella dei "missionari" e a quella degli "edonistici". Lo stesso si può dire di David Berkowitz che con ogni probabilità soffriva di schizofrenia con stati deliranti ricorrenti e al tempo stesso provava piacere nel tendere agguati alle sue vittime; pare spesso si masturbasse dopo aver ucciso e considerasse i suoi delitti alla stregua di "avventure". Le stesse considerazioni valgono nel caso di quei serial killer il cui movente varia da un delitto all'altro, e di quelli che non hanno un tipo di vittima preferito e sembrano spinti a uccidere da un "bisogno interno", una compulsione omicida che si impone sopra qualsiasi altra considerazione razionale. Questi sono ovviamente i casi più difficili da classificare per uno studioso del fenomeno.

Gli assassini seriali nella cultura di massa

A causa della natura orrorifica dei loro crimini, delle loro variegate personalità e della terrificante abilità di sfuggire all'individuazione e uccidere molte vittime prima di venire finalmente catturati e imprigionati, i serial killer sono rapidamente diventati una specie di fenomeno di culto, e sono protagonisti di molti romanzi, film, canzoni, fumetti, saggi, videogiochi e altro.
L'affascinazione del pubblico per i serial killer ha portato ad alcuni gialli e film di successo, come American Psycho di Bret Easton Ellis e in particolare Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris, con il suo adattamento cinematografico premiato con l'Oscar, il cui principale antagonista, il brillante psichiatra e serial killer cannibale Hannibal Lecter, è diventato un'icona culturale. Nel 2006 negli Stati Uniti esordisce la serie televisiva Dexter in cui il protagonista, Dexter appunto, apparentemente uomo comune, è in realtà un serial killer che cerca di ripulire la società dai suoi assassini più efferati, spinto da un trauma infantile che non gli permette di controllare i propri impulsi omicidi.
Mentre nella letteratura moderna gli omicidi seriali avvengono sempre con modalità atroci e con moventi psicologici (come Jack lo squartatore, Gregor Jaworskicic l'accoltellatore o Hannibal); nella letteratura antica vengono riportati omicidi seriali perpetrati da famosi personaggi delle migliori casate italiane commessi a scopo sessuale o amoroso.
Dal 2005 va in onda la serie TV Criminal Minds, basata sulle indagini di una squadra del BAU (Behavioural analysis unit) dell'FBI, ovvero i profiler che vengono convocati dalla polizia locale per aiutarli a catturare i serial killer.